Strumenti per rendere più ecologico il trasporto delle merci in città

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale, come ricorda la Commissione Europea in molte delle sue comunicazioni istituzionali e al mercato, “stanno delineando le sfide globali dei nostri tempi[1].  Tutti i paesi del mondo, come dimostrato dal sostegno all’accordo di Parigi, all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ma anche dalla Cop 26  (seppur con qualche limitazione che riguarda la fine del carbone) stanno agendo per il conseguimento di obiettivi ambiziosi.

In particolare, la legge europea sul clima (Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 30 giugno 2021), ha introdotto nella legislazione dell’Unione l’obbligo di raggiungere la neutralità climatica tra emissione e cattura di gas a effetto serra al 2050, con il passo intermedio di raggiungere una riduzione del 55% delle emissioni al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Nel processo di transizione deve essere altresì rafforzata la resilienza ai cambiamenti climatici, tenendo in dovuto conto una transizione socialmente inclusiva e per raggiungere questi obiettivi ambiziosi (come anche la Cop 26 ha riaffermato) ciascun Paese dovrà accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone, ridurre la deforestazione, accelerare la transizione verso i veicoli elettrici e incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili.

Il settore dei trasporti di persone e merci in Italia è responsabile per circa il 25-30% del totale delle emissioni di gas serra nazionali [2]  di cui circa 93% è prodotto dal trasporto stradale più del triplo di quelle dell’intero settore industriale.  E’ evidente che oltre agli interventi di adattamento al cambiamento climatico, indispensabili per far fronte agli impatti dei prossimi  decenni, è fondamentale  una strategia di decarbonizzazione  per la quale saranno necessari importanti investimenti. Gli interventi di mitigazione relativi ai sistemi di trasporto di persone e merci riguardano tutti i sistemi di trasporto e tutte le loro componenti (infrastrutture fisiche, veicoli, tecnologie a supporto dei sistemi di trasporto e intermodalità).

Il Green Deal europeo richiede che una parte sostanziale del 75 % dei trasporti interni di merci che oggi avviene su strada,  considerati i suoi impatti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini, sia trasferita alle ferrovie, alle vie navigabili interne, o in prossimità delle consegne in città. In tale senso anche il trasporto marittimo a corto raggio e veicoli a emissioni zero efficienti possono contribuire a rendere più ecologico il trasporto di merci ed essere meno dipendente dall’importazione di petrolio e ridurre l’inquinamento. Modalità di trasporto più sostenibili favorirebbero non solo la diminuzione dei costi associati alla congestione stradale [3], ma comporterebbero anche una significativa riduzione del numero di vittime legate ai trasporti.

Se dal punto di vista del trasferimento del trasporto delle merci all’infrastruttura ferroviaria sono state avviati una serie di misure legislative volte principalmente a liberalizzare il mercato e assicurarne un accesso non discriminatorio promuovendo l’interoperabilità e la sicurezza, una riflessione mirata merita il tema del trasporto quando le merci arrivano in città.

La pianificazione di una mobilità urbana sostenibile, attraverso appositi piani di logistica urbana, deve includere necessariamente anche la dimensione delle merci. Non possiamo infatti sottovalutare il problema delle crescenti quote di utilizzo di energia ed emissioni a fronte dell’evoluzione della crescita della vendita al dettaglio on line e la sempre maggiore necessità di consegne a domicilio collegate anche all’aumento della domanda di consegne just in time nel periodo Covid che ha comportato la necessità di approvvigionamento di negozi e famiglie soprattutto nei centri urbani (last mile).

Da studi specializzati[4] evidenziano che per raggiungere forme di efficientamento e miglioramento della vivibilità urbana dovranno essere definiti piani di mobilità in grado di accelerare la diffusione delle soluzioni a emissioni zero già disponibili, ma anche di sfruttare le opportunità offerte dall’informatica, dalla sharing economy cosi come dovreanno essere rivisti organizzazione e nuovi modelli di consegna e ritiro. Fra le varie soluzioni e opportunità di seguito si propongono alcune soluzioni che potrebbero migliorare la viabilità diurna e conseguire notevoli diminuzione di Co2.

Misure di efficienza dell’ultimo miglio

Per attenuare picchi stagionali e giornalieri è molto importante innanzitutto gestire le previsioni della domanda in modo dinamico anche se una maggiore concorrenza tra i vettori urbani dovrebbe portare di per sé ad una maggiore efficienza dell’ultimo miglio. In particolare, nelle regioni urbane congestionate, le società di servizi logistici per spedire le merci in modo più economico ed efficiente dovrebbero sfruttare le opportunità offerte dall’ICT ed dalla sharing economy (es. crowdshipping e abbinamento digitale delle merci), ma anche adottare opzioni “click-and-collect”, come packstation di DHL, opzioni di ritiro e restituzione in negozi locali per gli acquisti online, oppure utilizzare cassette postali incustodite nelle residenze private.

Strumenti di riprogrammazione delle consegne urbane

È stato anche dimostrato che il passaggio completo ad una formula di riprogrammazione delle consegne fuori orario (o in notturna) porta a una riduzione degli inquinanti locali nell’intervallo del 45-67% in città come New York, Bogotá e San Paolo [5] ed è probabile che anche i risparmi di carburante e di emissioni di CO2 siano considerevoli, (per la flotta urbana di veicoli commerciali leggeri nel complesso, si stima che rientrino nell’intervallo del 10-15%.). Un prerequisito importante per passare con successo alle consegne fuori orario è fornire incentivi ai destinatari della spedizione (come negozi di alimentari e punti vendita al dettaglio) per accertare gli impatti assicurativi e logistici del passaggio alle consegne di prima mattina. La prova che le operazioni notturne possono essere eseguite senza rumore eccessivo servirà anche a convincere le persone scettiche al cambiamento (nimbyismo).

Centri di consolidamento urbano

Diverse città europee hanno istituito dei centri di consolidamento urbano (UCC – Urban Consolidation Centres) che effettivamente hanno permesso una riduzione del traffico locale e delle emissioni. La soluzione consiste nel raggruppare le spedizioni da più spedizionieri e rivenditori e consolidarle su un singolo mezzo di trasporto per la consegna in una particolare regione geografica. Si stima che con tali soluzioni le emissioni di CO2 all’interno dei centri urbani possono essere ridotte di circa il 30-80% [6]. La progettazione degli UCC è altamente specifica per le singole città e  per promuovere la loro integrazione nella rete di distribuzione urbana, i comuni dovranno per esempio allentare le restrizioni sull’uso del suolo in luoghi definiti e accessibili. Poichè questa soluzione nell’ aggiungere un collegamento alla catena di approvvigionamento, può aumentare  i costi di consegna potrebbero essere necessari finanziamenti pubblici aggiuntivi ma potrebbero anche essere studiate soluzioni in grado di migliorare la redditività dell’UCC incorporando ulteriori attività a valore aggiunto, come la preparazione del punto vendita e la raccolta degli imballaggi dei rifiuti.

Si tratta di soluzioni che sempre più si inseriscono in nuovo modo di vivere la citta sempre piu ecologico e a misura d’uomo.

[1] Comuncazioni della CE al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo  e al Comitato delle regioni: Strategy for financing the transitionto e sustainability economy, Strasburgo 6.7.2021[2] Dati ISPRA 2021[3] Agenzia europea dell’ambiente[4] IEA (2017), The future of trucks, https://www.iea.org/reports/the-future-of-trucks[5] Holguín-Veras, J. et al. (2016), “Direct impacts of off-hour deliveries on urban freight emissions”, Transportation Research Part D, Elsevier, Amsterdam[6] Allen, J., M. Browne, A. Woodburn and J. Leonardi (2012), “The role of urban consolidation centres in sustainable freight transport”, Transport Reviews