Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti degli investimenti sostenibili e responsabili, nonché la necessità di misurare, gestire e mitigare i rischi ambientali, sociali e di governance (ESG – Environmental, Social and Governance) è sensibilmente cresciuta all’interno del panorama internazionale, europeo e nazionale. I Paesi, le istituzioni e le comunità  si sono resi tutti conto dell’insostenibilità del nostro modello di sviluppo e numerose analisi segnalano che alcuni fenomeni climatici, fortemente destabilizzanti, si stanno verificando ad una velocità e intensità superiori a quelle previste solo alcuni anni fa.

Se la pandemia da Covid-19 ha evidenziato i punti deboli dell’attuale modello di sviluppo e ne ha accentuato le disuguaglianze, sembra sia avviato un percorso di sviluppo sostenibile, volto a ridefinire le politiche per la ripresa e azioni per un cambiamento che debelli una ricaduta nelle vecchie abitudini che hanno portato alla crisi recente. L’Agenda 2030 delle Nazioni unite, concordata da 193 Paesi, può essere usata come mappa per stabilire gli obiettivi di medio-lungo termine a cui aspirare. Nella definizione degli obiettivi da raggiungere l’Agenda si caratterizza in un programma di azioni (17 Sustainable Development Goals – SDGs e 169 targets) nelle vengono poste le basi  del cambiamento.

Nell’ottica della transizione ecologica i prossimi anni saranno determinanti per il futuro delle eccellenze  italiane e per  l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche e non abilitanti il cambiamento. Le possibili iniziative che porteranno al 2030 e al 2050 potrebbero avere effetti diametralmente opposti, qualora gli obiettivi di sviluppo non venissero adeguatamente individuati e supportati. E’ sempre più necessario assumere le linee guida dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, del PNRR e quelle delineate dal Green Deal (Carbon Neutrality entro il 2050) per governare la transizione, generare nuove competenze e favorire lo sviluppo economico.

In questo contesto gli operatori di finanza sostenibile e le PMI possono ricoprire un ruolo cruciale per la ripresa economica del nostro paese attraverso investimenti e politiche indirizzati verso la transizione a sistemi più inclusivi e a ridotto impatto ambientale. Il dialogo e la collaborazione tra istituzioni pubbliche, investitori e aziende sarà fondamentale per un impiego efficace ed efficiente delle risorse che verranno messe a disposizione.

Se L’Unione Europea si è preoccupata di mettere al centro della propria politica i temi della finanza sostenibile e adottare delle risoluzioni sulla responsabilità sociale delle imprese volte ad una maggiore trasparenza e rendicontazione dello specifico impegno per la crescita sostenibile, le imprese più avanzate e sensibili hanno la responsabilità di avviare programmi di riconversione, che le possano rendere punti di riferimento  per trovare risposte al rilancio dell’economia, allo sviluppo dell’occupazione alla coesione sociale e alla creazione di valore.

La responsabilità sociale delle aziende deve essere attuata non solo per obiettivi di “solidarietà” ma per garantire la propria sopravvivenza.  Le imprese si rendono ormai conto che per ottenere il successo commerciale e benefici durevoli è necessario adottare un atteggiamento “responsabile”  nei confronti del mercato, dell’ambiente, dei dipendenti e dei consumatori. Nel perseguire il profitto, l’impresa non può più permettersi  di prescindere dalle esigenze dei propri stakeholder e deve adottare comportamenti etici  nel rispetto delle esigenze ambientali, sociali ed economiche.

In questo quadro gli sforzi di riconversione delle imprese rafforzano la possibilità di comunicare programmi, risultati e fare conoscere meglio l’azienda al proprio pubblico. Sembra ormai chiaro che, per molte aziende, le scelte ESG non rappresentino azioni separate rispetto al business, ma sono fattori integranti nella gestione dei rischi e nel cogliere le opportunità di mercato, di crescita e di attrazione dei talenti.

Di fronte ad una maggiore “disclosure” anche il mercato italiano ha mostrato un crescente interesse verso l’investimento sostenibile, facendo leva su una maggiore consapevolezza delle imprese e dei consumatori.

Alla base della necessità di integrare temi ambientali, sociali e di buon governo societario nelle scelte di investimento vi sono considerazioni legate alla riduzione dei rischi e alla creazione di valore. La gestione del rischio nel suo complesso, da un lato, e la capacità di cogliere le opportunità di mercato e di crescita, dall’altro, non possono non fare parte del bagaglio culturale e di gestione delle aziende. In tale contesto e nell’attuale periodo  di crisi sono sempre più necessari nuovi cambi di priorità,  una «visione integrata»  delle politiche ESG coniugando breve e lungo termine.

La Resilienza trasformativa, intesa come capacità di immaginare un nuovo modo di fare business,  e la rivalutazione delle diverse politiche economiche, sociali e ambientali, dovranno essere gli elementi distintivi, in grado di ridefinire le nuove strategie aziendali, per prevenire e preparare l’azienda alle nuove sfide.

Accanto alla revisione dei modelli di business si devono infatti affiancare nuovi approcci gestionali e una maggiore consapevolezza circa le opportunità che possono derivare dall’integrazione della sostenibilità nella cultura e nei processi aziendali. Ogni responsabile di processo, unità organizzativa, struttura deve poter contribuire al cambiamento e alla trasformazione, nell’ambito del proprio lavoro in un quadro di collaborazione e integrazione con le altre funzioni aziendali.

 

LA NECESSITA’ DI UN CAMBIO DI PARADIGMA   

L’obiettivo che come Chaberton ci proponiamo è quello di mettere le aziende in condizione di avere un quadro dell’evoluzione dello sviluppo sostenibile e conoscere le opportunità di consolidamento e organizzazione che si presentano nel nuovo scenario di ripresa, in termini di tenuta del modello di business e individuazione delle professionalità e competenze necessarie.

In questo quadro, in collaborazione e partnership  con i nostri clienti,  vogliamo ripercorre  i principali driver del cambiamento dei loro settori e le necessita di evoluzione tenendo conto di due importanti priorità: il miglioramento della posizione finanziaria nel breve e la riduzione dei costi nel medio lungo in una logica di condivisione con le filiere di appartenenza fornendo spunti e suggerimenti sulla riorganizzazione del lavoro (es. “smart working” , nuove formule collaborative in una logica di benessere e conciliazione vita-lavoro)

Una parte fondamentale della nostra value proposition sarà anche rivolta all’analisi dei rischi del contesto economico, politico ed ambientale, caratterizzato oltre che dalla crisi emergente derivante dalla recente pandemia, anche da instabilità geopolitica, prezzi delle materie prime, cambiamenti climatici, innovazione tecnologica. Un quadro dei rischi così eterogenei ed impattanti richiede un vero e proprio cambio di paradigma: da una gestione dei rischi focalizzata sulla misura, con limitate conseguenze sulla vita aziendale, ad una vera e propria pianificazione e gestione risk-based delle principali scelte strategiche, degli investimenti e dei processi aziendali. Integrazione ancora prima che monitoraggio.

Una gestione risk-based delle scelte aziendali, basata sull’ascolto attivo delle esigenze degli stakeholder, è fondamentale per la gestione del business. In un mondo dove l’incertezza è diventata la normalità, l’analisi sistematica di scenari alternativi e la definizione di piani di contingency saranno gli strumenti piu adatti per permette alle aziende di conseguire in maniera più efficace e realistica i propri obiettivi strategici.

I 10 temi più importanti della nostra offerta

  1. Il nuovo ruolo della sostenibilità in tempi di crisi
  2. I principali driver del cambiamento
  3. Il ruolo della finanza e degli investitori
  4. La regolamentazione e la spinta dell’europa (programmi e finanziamenti)
  5. Il ruolo dell’innovazione e le nuove modalità di lavoro
  6. i nuovi modelli di produzione e green economy
  7. la gestione responsabile delle filiere
  8. la qualità del servizio e orientamento ai nuovi bisogni del cliente
  9. Il percorso dello sviluppo verso la sostenibilità
  10. Le nuove figure professionali e competenze necessarie

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